Tinea incognito

 

Per tinea incognito, termine coniato nel 1968 dai dermatologi inglesi Francis Adrian Ive e Ronald Marks, s’intende una dermatofitosi, cioè una infezione fungina, il cui quadro clinico  è stato modificato da cure topiche corticosteroidee, per una diagnosi sbagliata. Gli steroidi alimentano lo sviluppo dei funghi e pertanto, se inizialmente provocano un miglioramento per via della loro azione antiflogistica, in seguito, al momento della sospensione, causano un rapido peggioramento. Tutto ciò porta il paziente a continuare la cura steroidea, con la conseguenza di instaurare un circolo vizioso, modificare la tipicità del quadro clinico, rendere difficile la diagnosi e, fondamentalmente, far persistere la malattia. Oltre ai corticosteroidi topici [creme, unguenti, ecc.], altri possibili agenti etiologici sono gli steroidi sistemici, il pimecrolimus crema, il tacrolimus unguento e gli antibiotici, topici e sistemici. Il pimecrolimus crema e il tacrolimus unguento sono due inibitori topici della calcineurina.

La tinea incognito si manifesta soprattutto nei soggetti adulti, un po’ più di rado nei bambini. Nella maggior parte dei casi, la tinea non riconosciuta, ovvero la tinea incognito, rispetto a una tipica tinea, è poco flogistica, ovvero poco infiammata, più estesa, i margini rimangono netti ma non c’è la risoluzione centrale. Tanto più prolungata è l’applicazione dello steroide, tanto meno riconoscibile diventa l’infezione fungina. La diagnosi si basa sull’esame micologico, che deve essere eseguito dopo alcuni giorni dalla sospensione del trattamento corticosteroideo. Per quanto riguarda la terapia, sono fondamentali la sospensione immediata dei corticosteroidi e l’instaurazione di una terapia antifungina topica e sistemica.