Condrodermatite nodulare dolorosa dell’elice

 

Si tratta di un ispessimento doloroso localizzato sul bordo libero dell’elice, il più periferico dei rilievi del padiglione auricolare, in prossimità del tubercolo di Darwin, un residuo dell’articolazione che permetteva ai nostri antenati di muovere e orientare le orecchie. La lesione, di solito unica, tutt’altro che rara, e nota anche come nodulo doloroso dell’orecchio, colpisce prevalentemente i maschi intorno ai 50 anni.

Si sviluppa lentamente nell’arco di alcuni mesi sino a formare un nodulo duro, di 1-2 centimetri, aderente ai piani sottostanti. Spesso, a causa del grattamento, sull’apice del nodulo si forma una squamocrosta aderente che ricopre un’area depressa. Il dolore è spontaneo e aggravato anche dal più lieve contatto con agli abiti o il cuscino. La causa va ricercata nell’esposizione solare e soprattutto nella continua pressione esercitata dal cuscino, per via dell’abitudine che hanno molte persone di dormire appoggiando la testa sempre sulla stessa parte. La diagnosi è facile ed esclusivamente clinica. L’esame istopatologico della lesione, quelle rare volte che viene richiesto, rivela una degenerazione dermica circondata da un tessuto di granulazione e, più in concreto, una dermatosi perforante, cioè un’ulcerazione epidermica attraverso la quale viene eliminato il sottostante tessuto dermico necrotico. In altri termini, il sole e la pressione esercitata sul padiglione auricolare inducono la formazione di un granuloma, il cui contenuto necrotico viene poi eliminato per via transepidermica.

La condrodermatite nodulare dolorosa dell’elice va distinta dai noduli degenerativi dell’elice, lesioni, spesso bilaterali e multiple, benigne e indolenti, che si dispongono a corona di rosario sul bordo libero dell’elice e si osservano abbastanza frequentemente, soprattutto tra gli uomini anziani che per hobby o per lavoro hanno trascorso molto tempo all’aria aperta.

Nessuna pomata è in grado di risolvere la condrodermatite. L’unica terapia efficace è quella chirurgica che consiste nell’exeresi del nodulo e della sottostante cartilagine; in alternativa si può ricorrere al laser C02 oppure al curettage seguito da elettrocoagulazione. La rimozione del nodulo, ma soprattutto della sottostante cartilagine, può provocare un danno estetico. Le recidive sono frequenti.