Mastite neonatale

 

La mastite neonatale è una rara infiammazione del tessuto mammario che colpisce i neonati spesso affetti da un fisiologico ingrossamento post-natale del seno, detto pure mastauxe neonatale. E’ solitamente osservata nei neonati a termine, è quasi sempre unilaterale e non mostra una predilezione per il seno destro o sinistro. Nelle prime due settimane di vita colpisce indifferentemente i due sessi, dopo si osserva prevalentemente nelle femmine. Molte volte la malattia si aggrava per il sopraggiungere di una infezione, ovvero di un ascesso mammario. L’agente infettivo più frequente è lo Staphylococcus aureus. Più di rado: in bambini con sintomi gastrointestinali è stato chiamato in causa un batterio enterico, l’Escherichia coli, e in bambini con familiari affetti da ricorrenti infezioni cutanee, lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente [MRSA].

La mastite neonatale si sviluppa molto rapidamente: il bambino ben presto presenta un seno eritematoso, tumefatto, caldo, dolente e duro, si alimenta poco, è irritabile e talora ha la febbre, non di rado elevata [39°-40°C]. La comparsa di un essudato purulento dal capezzolo è un suggestivo segno dell’evoluzione in ascesso mammario: un tampone colturale e l’esame ecografico della mammella saranno di fondamentale aiuto.

La diagnosi differenziale si pone con il fisiologico ingrossamento del seno del neonato. La mammella di un bambino affetto da mastite neonatale è arrossata, dura, calda, dolente e tumefatta mentre la mammella di un bambino affetto da mastauxe neonatale è solo ingrossata [e l’ingrossamento interessa quasi sempre entrambe le mammelle].

Il trattamento della mastite neonatale deve includere un antibiotico efficace contro lo Staphylococcus aureus e deve essere effettuato con urgenza per ridurre il rischio, tutt’altro che raro, che si possa sviluppare un ascesso. Raramente si può assistere ad una evoluzione in flemmone, fascite necrotizzante e setticemia. L’ingrossamento fisiologico delle mammelle dei neonati non va trattato ma solo tenuto in osservazione per qualche mese; i genitori vanno rassicurati sulla benignità e temporaneità della condizione: può interessare entrambi i sessi ma in ogni caso risolve spontaneamente entro il sesto mese di vita.