Orticaria acquagenica

 

Descritta per la prima volta nel 1964 dai dermatologi americani Walter Brown Shelley e Howard Rawnsley, l’orticaria acquagenica è una rara forma di orticaria inducibile che si sviluppa in seguito al contatto della cute con l’acqua, di qualsiasi tipo [di fonte, di mare, distillata, ecc.] e indipendentemente dalla sua temperatura.

Colpisce preferibilmente le donne e spesso compare per la prima volta durante o poco dopo la pubertà. Si presenta quasi sempre in maniera sporadica: i casi familiari sono rarissimi. La causa non è nota. Alcuni Autori ipotizzano che alla base del processo patogenetico vi sia la formazione ex novo di una molecola derivante dall’acqua con sostanze di provenienza cutanea, molecola capace di degranulare i mastociti.

L’eruzione, caratterizzata da pomfi di piccole dimensioni inseriti in ampie chiazze eritematose a limiti netti, colpisce principalmente il collo, la parte superiore del tronco e le braccia ma può diffondersi a tutto i corpo, coinvolgendo persino aree che non sono state in contatto con l’acqua. I palmi delle mani e le piante dei piedi sono tipicamente risparmiati. Il paziente avverte prurito o una sensazione di bruciore o formicolio. Le manifestazioni insorgono in media 10-30 minuti dal contatto con l’acqua, persistono per 10-60 minuti e infine risolvono spontaneamente.

La diagnosi può essere confermata da un test di provocazione. Si applica per 30 minuti un panno umido sulla parte superiore del tronco o su un braccio: se l’esame è positivo, nella sede dove è stato applicato il panno si svilupperà un pomfo. Bisogna avvertire il paziente di non assumere antistaminici per almeno 5 giorni prima del test.

L’orticaria acquagenica deve essere differenziata principalmente dal prurito acquagenico [l’esposizione all’acqua provoca solo prurito], dall’orticaria factitia [la causa è un marcato sfregamento], dall’orticaria colinergica [i pomfi sono simili a quelli dell’orticaria acquagenica ma compaiono in seguito ad un aumento della temperatura corporea e non dopo l’esposizione all’acqua] e dall’orticaria da pressione [i pomfi compaiono diverse ore dopo che la cute è stata esposta ad una pressione].

Una cura veramente efficace per l’orticaria acquagenica non c’è. Per alleviare i sintomi si può tuttavia ricorrere agli antistaminici. Quelli che bloccano i recettori H1 [antistaminici H1], non sedativi, ovvero di seconda generazione, come la levocetirizina o la desloratadina, sono i più utilizzati: vanno assunti mezz’ora prima della doccia. Gli antistaminici che bloccano i recettori H2 [antistaminici H2], come la cimetidina, possono essere provati, se gli antistaminici H1 dovessero risultare inefficaci. Fare docce veloci e poco frequenti è sempre un consiglio saggio.