Pustolosi cefalica transitoria del neonato
Descritta per la prima volta nel 1991 da Aractingi, si tratta di una pustolosi asintomatica del viso, collo, cuoio capelluto e parte superiore del torace che colpisce il 10-20% dei neonati, insorge tra la seconda e la terza settimana di vita ed è causata dalla Malassezia, un lievito che subito dopo la nascita comincia a colonizzare la cute dei bambini. Clinicamente, in dettaglio, è caratterizzata da un’eruzione, soprattutto su guance e fronte, di papule e pustole eritematose, fini, monomorfe, circondate da un alone eritematoso, raggruppate, talora confluenti, che durano qualche settimana e poi risolvono spontaneamente, al massimo entro il terzo mese di vita. Non ci sono comedoni e neanche segni sistemici.
Lo striscio del contenuto di una pustola rivelerà molti neutrofili e ramente eosinofili, basofili e linfociti mentre l’esame colturale, la presenza della Malassezia.
La pustolosi cefalica transitoria del neonato talora può essere confusa con la sudamina o con l’acne neonatale. La sudamina insorge sia spontaneamente [durante l’estate] che per applicazione incongrua di olii cosmetici, compare in maniera eruttiva e si manifesta su viso, collo e tronco, con piccole vescicole eritematose, di 1-2 mm di diametro, dall’aspetto a goccia di rugiada. L’acne neonatale si presenta quasi esclusivamente sul viso, e soprattutto sulle guance, con comedoni, papule e piccole pustole follicolari, più o meno ravvicinate. La presenza di comedoni e l’assenza dell’alone eritematoso perilesionale differenzia l’acne del neonato dalla pustolosi cefalica transitoria del neonato.
Un trattamento va preso in considerazione solo se l’eruzione cutanea è grave, estesa o non migliora dopo qualche settimana di osservazione. In tal caso, per accelerare la guarigione, si può ricorrere ad un antimicotico topico, come per esempio il clotrimazolo in crema, due volte al giorno, per 7-14 giorni.