Discheratosi congenita

 

La discheratosi congenita o sindrome di Zinsser-Engman-Cole è una rara genodermatosi caratterizzata da iperpigmentazione, atrofia cutanea, distrofia ungueale, leucoplasia della mucosa del cavo orale, insufficienza del midollo osseo e predisposizione alle neoplasie maligne. La malattia si può trasmettere con modalità recessiva X-linked [XR], con modalità autosomica dominante [AD] o con modalità autosomica recessiva [AR]. Qualunque sia il gene implicato, tutti codificano per proteine che prendono parte al processo di mantenimento e stabilizzazione dei telomeri [le estremità dei cromosomi]. Nella forma recessiva X-linked, il gene che muta è l’DKC1 [è la forma più frequente e quasi sempre colpisce i maschi, mentre le femmine sono portatrici sane]; nella forma autosomica dominante, il gene implicato è il TERC, mentre nella forma autosomica recessiva, l’NOP10.

La distrofia delle unghie è, quasi sempre, il primo segno della malattia: interessa il 90% dei pazienti, comincia a manifestarsi tra i 2 e i 5 anni e colpisce, per lo più, prima le unghie delle dita delle mani, poi quelle dei piedi. All’inizio, le unghie si fissurano con facilità, poi si formano delle creste longitudinali, infine, si rimpiccioliscono, riducendosi ad un residuo corneo che può anche staccarsi. Si possono associare episodi di perionissi. Dopo pochi anni compaiono in quasi tutti i pazienti [il 90% circa] chiazze pigmentate, sotto forma di un reticolo brunastro, localizzate, il più delle volte, su collo, viso, tronco e cosce. L’atrofia cutanea interessa il viso, il dorso delle mani e quello dei piedi. Possono inoltre essere presenti alopecia, iperidrosi e ipercheratosi palmo-plantare, fibrosi polmonare, carie dentarie multiple e precoce caduta dei denti. Le infezioni, specialmente polmonari, non sono rare, mentre il ritardo mentale e quello della crescita, sono inusuali.

La leucoplasia interessa l’80% dei pazienti affetti da discheratosi congenita: distribuita a chiazze, può manifestarsi su qualsiasi mucosa [uretra, balano, vagina, retto] ma colpisce con maggior frequenza il cavo orale. A livello dell’esofago, uretra e dotti lacrimali si può verificare una stenosi con conseguente disfagia, disuria ed epifora [stravaso di lacrime dal sacco congiuntivale]. I disordini ematologici, che in genere compaiono più tardi rispetto a quelli cutanei, interessano il 75% dei pazienti [3 su 4] e sono la conseguenza di una insufficienza midollare: si osserva una pancitopenia e, a seguire, anemia, infezioni ed emorragie che, spesso, costituiscono la causa della morte. Le neoplasie maligne si presentano con più facilità rispetto alla popolazione sana: compaiono dopo i 30 anni, sono rappresentati per lo più dal carcinoma spinocellulare e si localizzano prevalentemente sulla cute, cavo orale, esofago, retto, collo uterino e vagina.

La diagnosi basata esclusivamente su criteri clinici è solo sospetta: va confermata con un test genetico, che, se positivo, e ciò capita nel 40% dei casi, va esteso ai familiari. Per i pazienti che sviluppano una insufficienza midollare, il trapianto del midollo osseo costituisce l’unica opzione terapeutica