Herpangina

 

L’herpangina è una malattia a risoluzione spontanea, infettiva e contagiosa, caratterizzata da febbre elevata e piccole, multiple e dolorose, erosioni della parte posteriore del cavo orale. Il primo a descriverla è stato un pediatra americano, John Zahorsky; l’anno era il 1920.

La malattia si manifesta principalmente nei bambini dai 1 a 4 anni di età, ma può colpire tutte le età, dai neonati fino ai giovani adulti; si osserva quasi sempre nel periodo estivo-autunnale e si presenta, più di rado in maniera sporadica, più frequentemente in forma epidemica, ovvero coinvolgendo piccoli gruppi di bambini.

L’agente etiologico è un virus, quasi sempre un virus Coxsackie di gruppo A [e ancor di più il sierotipo A16], più di rado un virus Coxsackie di gruppo B, un echovirus o un parechovirus. La trasmissione del virus avviene: sia tramite le goccioline di Fluegge-Wells [microscopiche gocce di saliva emesse mentre si parla, si starnutisce, ecc.]; che tramite materiale fecale emesso dai pazienti anche dopo un mese dalla comparsa del quadro clinico e trasportato, per scarsa igiene, nel cavo orale di un soggetto non immune. Più in dettaglio un individuo che si ammala di herpangina elimina il virus dal cavo orale per 1 settimana, con le feci per 1 mese. E’ bene sottolineare che il 50% di chi si infetta non si ammala: ciò significa che una persona si può contagiare sia da un individuo malato che da uno infetto ma apparentemente sano.

La malattia inizia improvvisamente, dopo un periodo d’incubazione di 2-10 giorni, con febbre elevata [38°-40°C], intenso mal di gola, dolori muscolari, cefalea e anoressia. Dopo diverse ore o, al massimo, un giorno intero, compare una caratteristica eruzione a livello del cavo orale. Si osservano, più in dettaglio, macule puntiformi che evolvono nel giro di 24 ore in papule eritematose di 1-2 mm di diametro, le quali, a loro volta, danno luogo a vescicole che ben presto si erodono. Le lesioni, solitamente da due a sei, ma non di rado anche di più, sono molto dolorose e si localizzano sulla parte posteriore del cavo orale. La febbre scompare entro 2-4 giorni, mentre le chiazzette erose, ricoperte da un sottile essudato e circondate da un alone eritematoso, possono persistere per una settimana durante la quale il bambino si alimente con difficoltà. Può essere presente una linfoadenopatia laterocervicale reattiva.

Il virus va ricercato nei primi giorni di malattia nel cavo orale, nelle prime settimane nelle feci; per la sua identificazione la migliore metodica è quella che si serve della PCR. La positività degli anticorpi IgM specifici ci confermerà il ruolo etiologico del virus identificato.

La diagnosi, tuttavia, è, quasi sempre, esclusivamente clinica. La malattia può essere confusa con la tonsillite streptococcica o con altre faringiti di origine virale che tuttavia non presentano il caratteristico enantema dell’herpangina. La gengivostomatite erpetica, in particolare, si differenzia dall’herpangina perché può comparire in qualsiasi periodo dell’anno, e non prevalentemente in estate o in autunno, ha un decorso più lungo, è presente nella parte anteriore della mucosa orale, e solo raramente in quella posteriore, e perché interessa spesso la cute periorale.

L’herpangina risolve spontaneamente, e senza esiti, nell’arco di una settimana o poco di più. Sono possibili recidive causate da altri virus. Pur avendo una buona prognosi, se l’infezione viene contratta nel primo trimestre di gravidanza può dar luogo ad un aborto spontaneo. La terapia è sintomatica.