Erisipela

 

L’erisipela è una infezione batterica della pelle ad insorgenza e decorso acuto che si diffonde nei vasi linfatici cutanei superficiali e raggiunge, in profondità, al massimo, il derma profondo. Si osserva sporadicamente e, pur potendo colpire entrambi i sessi e qualsiasi fascia di età, si manifesta soprattutto nelle donne di età superiore ai 50-60 anni. Ha una contagiosità modesta e si contrae, quasi sempre, per autoinoculazione. Il batterio proviene dal faringe [o dal naso, ecc.] dello stesso paziente, dove alberga come innocuo commensale, viene trasportato con le mani sulla cute e da quì nel suo interno tramite anche minime soluzioni di continuo. Il diabete mellito, l’insufficienza venosa degli arti inferiori, il linfedema, l’immunodepressione, le ulcere cutanee sono fattori che favoriscono l’insorgenza dell’infezione.

L’agente etiologico più frequente è lo Streptococcus pyogenes, uno streptococco di gruppo A. Più di rado la malattia è causata da streptococchi di altri gruppi [B, C, e G], dallo Staphylococcus aureus e persino da batteri Gram-negativi.

L’erisipela si presenta all’improvviso, dopo un periodo d’incubazione di 3-7 giorni, con febbre, spesso elevata, cefalea e malessere generale. Dopo poche ore compare una chiazza di colorito rosso vivo, edematosa, tesa, lucida, calda al tatto e dolente alla palpazione che si allarga rapidamente [l’asse maggiore finale può essere di 10-15 centimetri!]; la superficie è solitamente liscia, i margini sono netti, il bordo è rilevato “a scalino”. Qualsiasi area cutanea può essere interessata: la guancia, tuttavia, era la sede preferita in un recente passato; oggi è la superficie anteriore di una gamba ad essere più frequentemente colpita [80% dei casi]. L’erisipela localizzata su una gamba rimane quasi sempre monolaterale; quella che si impianta su una guancia, invece, pur potendo rimanere circoscritta ad un solo lato, spesso  si estende e, attraverso il naso, va ad interessare anche la guancia controlaterale. L’edema facciale può essere talmente pronunciato che uno o entrambi gli occhi rimangano chiusi. Due-tre giorni dopo l’inizio dell’infezione, nell’area eritematosa, soprattutto se l’erisipela si manifesta su una gamba, possono comparire vescicole e bolle di varie dimensioni.Talvolta il processo guarisce in un punto per riapparire poco distante: in questo caso si parla di erisipela migrante. Dopo 10-20 giorni, la malattia può risolvere in maniera spontanea. E’ buona regola, tuttavia, “per evitare guai” effettuare precocemente una terapia sia per abbreviare il decorso clinico, sia per evitare le possibili e talora gravi complicanze.

L’erisipela, pur essendo facile da diagnosticare, qualche volta può essere confusa con un’altra malattia infettiva: il flemmone. In questo caso, tuttavia, manca quasi sempre la febbre, i margini della chiazza eritematosa non sono netti e non c’è il bordo rilevato “a scalino”. Gli esami ematochimici, che è sempre bene richiedere, mostrano una spiccata leucocitosi neutrofila accompagnata da un aumento della VES, della PCR e dell’alfa 1 glicoproteina acida. Il tampone faringeo e quello nasale, molte volte, rivelano il batterio che ha causato l’erisipela.

Le complicanze determinate dalla disseminazione ematica degli streptococchi [bronco-polmonite, meningite, endocardite, osteomielite, artrite settica] sono oggi, grazie all’uso degli antibiotici, rarissime, come pure rare sono la gromerulonefrite post-streptococcica e la diffusione del processo ai tessuti sottostanti [flemmone, fascite necrotizzante]. Anche se ben curata, l’erisipela, negli anziani più che nei bambini, può recidivare e le recidive presentarsi nella sede inizialmente colpita. Se ciò si verifica spesso, si può sviluppare, soprattutto se l’infezione interessa gli arti, un’occlusione dei vasi linfatici e determinare un linfedema cronico.

La terapia, nei casi meno gravi, in pazienti non diabetici, poggia sull’utilizzo, in media per 10-14 giorni, di amoxicillina-acido clavulanico. Nei pazienti allergici alle beta-lattamine, si può ricorrere ai fluorochinoloni [levofloxacina o moxifloxacina] oppure alla clindamicina. Nei casi accertati in cui l’agente etiologico è lo Staphylococcus aureus si dovrà dare la preferenza alll’oxacillina o alla vancomicina o alla teicoplanina. L’impiego dei macrolidi è sconsigliato perché lo Streptococcus pyogenes è diventato molto resistente nei loro confronti. I soggetti affetti da erisipela alle gambe debbono stare a riposo almeno fino a quando l’edema non sia scomparso del tutto. L’utilizzo dei FANS è assolutamente proibito poiché potrebbe favorire la progressione della malattia. Per attuare una buona profilassi, in pazienti con frequenti recidive, si può ricorrere alla penicillina benzatina, 1.200.000 U.I., per via intramuscolare, ogni mese, per 3-6 mesi.