Sindrome di Peutz-Jeghers

 

La sindrome di Peutz-Jeghers, in omaggio al dr. Johannes Peutz, un medico olandese che, per primo, nel 1921, la descrisse e al dr. Harold Jeghers, un genetista americano che nel 1949 la definì in maniera più dettagliata, è una genodermatosi caratterizzata da lentiggini mucocutanee associate a polipi gastrointestinali. E’ relativamente rara, può colpire il sesso maschile come quello femminile e non mostra differenze razziali. La malattia, nel 70% dei casi, si trasmette con modalità autosomica dominante [AD] e pertanto si riscontra in diversi componenti familiari, mentre nel rimanente 30% si sviluppa in maniera sporadica per mutazione genica ex-novo. Il gene responsabile dell’insorgenza della sindrome di Peutz-Jeghers è stato mappato nel 1997 sul braccio corto del cromosoma 19 ed è chiamato STK11 o LBK1.

Le lentiggini si presentano nel 95% dei casi, mostrano una colorazione che varia dal marrone al nero e si localizzano, per lo più, a livello della mucosa labiale e della regione periorale [assolutamente patognominiche!], più di rado, sul naso, gengive, lingua, regione perioculare, mani, piedi e regione genitale; di solito, si sviluppano entro i 5 anni di vita e, talora, sbiadiscono e scompaiono gradualmente in età adulta o avanzata. Le lentiggini localizzate sulla mucosa tendono a persistere immodificate più a lungo. Dal punto di vista istopatologico sono iperplasie melanocitarie benigne.

I polipi presenti nella sindrome di Peutz-Jeghers si possono distribuire su tutto il tratto gastroenterico ma più comunemente si localizzano a livello dell’intestino tenue [in ordine di prevalenza: digiuno, ileo e duodeno]. Possono essere sessili o peduncolati, misurare da pochi a diversi centimetri e dare luogo a sintomi quali sanguinamento rettale, ematemesi, anemia, dolori addominali ricorrenti, volvolo intestinale invaginazione o ostruzione intestinale; essi inoltre possono essere solitari o multipli e localizzarsi, più di rado, in sedi extraintestinali quali reni, uretere, vescica, colecisti, bronchi e nasofaringe. I polipi multipli sono stati trovati in più del 90% dei casi. L’età di comparsa va dall’adolescenza all’età adulta ma è prevalente tra gli 11 e i 13 anni. Da quanto sopra, di solito, prima compaiono le lentiggini e poi i polipi. Dal punto di vista istopatologico sono amartomi.

Gli esami di laboratorio includono la gastroscopia, colonscopia e videocapsula endoscopica. Molto spesso, il “campanello d’allarme” è rappresentato dalla comparsa di un’anemia, un sanguinamento rettale o dolori addominali diffusi in un giovane affetto da diversi anni da lentiggini mucocutanee. La conferma si ha in presenza di lentiggini mucocutanee, polipi amartomatosi prevalenti a livello dell’intestino tenue e, in molti casi, una storia familiare positiva. In soggetti con una diagnosi di sindrome di Peutz-Jeghers, il test genetico, nell’80-90% dei casi, rivela la mutazione che causa la malattia.

Mentre non è mai stata descritta una trasformazione maligna delle lentiggini, i pazienti affetti da sindrome di Peutz-Jeghers presentano un aumentato rischio [sino a 18 volte rispetto a soggetti non affetti] di sviluppare un carcinoma sia del tratto gastrointestinale che di altri organi quale pancreas, polmone, tiroide, colecisti, mammella, testicolo, ovaio e collo dell’utero. Si associano pure con frequenza anche tumori benigni dei testicoli e delle ovaie. Il carcinoma del duodeno è il più comune tumore maligno associato alla sindrome di Peutz-Jeghers. Da quanto sopra si evince che è estremamente importante un tempestivo e accurato follow-up clinico e strumentale sia per evitare le complicanze legate alla presenza dei polipi che per individuare e trattare precocemente una eventuale neoplasia.