Enterocolite allergica indotta da proteine alimentari

 

Conosciuta anche con il termine FPIES, acronimo di Food Protein Induced Enterocolitis Syndrome, si tratta di una rara reazione allergica cellulo-mediata indotta da proteine alimentari. Interessa quasi esclusivamente i bambini della prima infanzia, mostra una leggera preferenza per i maschietti e non si presenta nei bambini allattati esclusivamente al seno. Gli alimenti più frequentemente incriminati sono il latte vaccino e la soia, più di rado, l’uovo, le patate, il pollo, il pesce, il riso e i legumi. La patogenesi non è ancora chiara ma recenti studi hanno evidenziato un coinvolgimento dei linfociti T e del TNF-alfa. Il bambino, due-tre ore dopo un pasto con l’alimento scatenante, comincia a vomitare o ad avere scariche diarroiche o entrambe. Il quadro nel 20% dei casi progredisce verso la disidratazione e lo shock ipovolemico, ma nel 100% risolve completamente allontanando l’alimento induttore. La diagnosi è clinica, o meglio esclusivamente clinica, in quanto attualmente non c’è un test né cutaneo né in vitro che ce la possa confermare. Prima di formularla, però, quasi tutti i pediatri la confrontano con l’allergia alimentare IgE-mediata, patologia che, diversamente dalla FPIES, è molto più frequente, si manifesta immediatamente o pochi minuti dopo l’assunzione dell’alimento allergizzante e rivela una positività per i prick-test, il RAST e i prick by prick. La FPIES non dura tutta la vita ma risolve spontaneamente intorno ai 3 anni, epoca in cui il bambino acquisisce la tolleranza alimentare. Un test di scatenamento, da effettuarsi in un ambiente protetto, ci potrà confermare l’avvenuta remissione della patologia.

Sapendo che il bambino può essere o diventare allergico ad un altro alimento, o anche più di uno, come bisogna comportarsi? che fare? L’alimento che ha causato la crisi va, ovvviamente e rigorosamente, evitato. Allo svezzamento, vanno scelti gli alimenti meno a rischio [il manzo, la mela, il frumento], introducendoli uno alla volta, ogni 2-3 giorni, e aumentando progressivamente le dosi. Il latte vaccino può essere sostituito con un latte idrolisato. Dopo l’anno di vita, l’introduzione di nuovi alimenti non ha limitazioni, in quanto a partire da questa età è molto improbabile che si possano sviluppare nuove sensibilizzazioni.