Eruzione polimorfa della gravidanza

 

L’eruzione polimorfa della gravidanza è una dermatosi, a partenza addominale, che colpisce classicamente le donne alla prima gravidanza, risolve spontaneamente dopo il parto, non causa alcun danno al bambino e difficilmente recidiva nelle gravidanze successive. Nota anche con il termine PUPPP, acronimo inglese di Pruritic Urticarial Papules and Plaques of Pregnancy, si tratta della più comune dermatosi della gravidanza.

La causa è ignota ma quella più accreditata la correla all’allungamento delle cute addominale. A supporto di questa teoria, l’eruzione inizia quasi sempre nel terzo trimestre gestazionale, in particolare nell’ultimo mese, quando l’allungamento addominale è maggiore, interessa più comunemente le donne con gravidanze multiple [o con un feto di grandi dimensioni] e si osserva soprattutto nelle gravide che mostrano un eccessivo aumento di peso.

Inizialmente compaiono piccole papule eritematose ed orticarioidi, spesso circondate da un pallido alone, che poi confluiscono a formare placche, anch’esse eritematose ed orticarioidi, occasionalmente sovrastate da piccole vescicole. L’eruzione, intensamente pruriginosa, inizia a livello delle striae distensae [smagliature] addominali, per poi, frequentemente, estendersi in altre aree dell’addome, ai glutei e alle cosce. L’ombelico, l’area periombelicale, il viso, il palmo delle mani, la pianta dei piedi e le mucose sono costantemente risparmiate. Il prurito può precedere l’eruzione cutanea di qualche settimana. In tutti i casi, non si osservano mai lesioni da grattamento. L’eruzione polimorfa della gravidanza non causa alcun problema al bambino, non altera le condizioni generali della mamma e risolve spontaneamente da una a quattro settimane dopo il parto.

La diagnosi è clinica. Non esiste un test diagnostico. La diagnosi differenziale si pone soprattutto con il prurito gravidico, l’eruzione da farmaci e il pemfigoide gestazionale. Nel primo caso si osservano solo lesioni da grattamento, nel secondo deve essere nota una storia di assunzione di farmaci. Il pemfigoide gestazionale, malattia autoimmune di rara osservazione, si differenzia perché può insorgere a partire dal secondo trimestre gestazionale, interessa l’ombelico e l’area periombelicale e, pur essendo altrettanto pruriginosa, spesso mostra numerose vescicole, croste siero-ematiche e talora anche bolle; risolve spontaneamente molto tempo dopo il parto [due-tre mesi]  e può recidivare nelle gravidanze successive.

La terapia poggia sull’utilizzo di creme emollienti, applicati liberamente e frequentemente, e creme steroidee di bassa potenza applicati una-due volte al giorno, nelle aree più pruriginose. Nelle eruzioni più gravi, su consiglio del medico, si può ricorrere ad antistaminici orali di seconda generazione e/o piccole dosi di steroidi sistemici: alleviano il prurito della mamma e non implicano particolari effetti sul feto. I bagni caldi vanno evitati.