Malattia mani-piedi-bocca

 

Descritta per la prima volta nel 1957 da Seddon e così denominata due anni dopo da Alsop, la malattia mani-piedi-bocca è causata da un virus ed è caratterizzata da vescicole che si localizzano, come dice il nome, alle mani, ai piedi e nella bocca.

Pur potendo interessare gli adolescenti e gli adulti, la malattia colpisce prevalentemente i bambini in età prescolare, cioè sino a 6 anni, e si presenta, quasi sempre, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno con casi isolati o piccole epidemie, soprattutto in piccole comunità come gli asili e le scuole materne. La malattia è contagiosa e la trasmissione del virus avviene: sia tramite le goccioline di Fluegge-Wells, e quindi con gli starnuti, i colpi di tosse o semplicemente parlando, emesse dai pazienti nella prima settimana di malattia e ingerite dai soggetti non immuni; che, soprattutto, tramite materiale fecale, emesso dai pazienti anche dopo un mese dalla comparsa del quadro clinico e trasportato, per scarsa igiene, nel cavo orale di un soggetto non immune. Da ciò si deduce che un individuo che si ammala di malattia mani- piedi-bocca elimina il virus dal naso e dalla bocca per una settimana, con le feci per un mese. Il virus si trova anche nel liquido delle vescicole e da lì per contatto può trasferirsi in un altro individuo: baci e abbracci vanno evitati. Alcune persone, soprattutto gli adulti, si infettano ma non si ammalano e tuttavia sono contagiosi. Quanto sopra ci deve far riflettere sul fatto che stringere le mani a persone che non sono soliti lavarsele, soprattutto dopo aver tossito o dopo essere stati in bagno, costituisce una frequente modalità di trasmissione non solo dell’agente etiologico di questa malattia ma anche di altri virus e batteri.

La malattia mani-piedi-bocca è causata da diversi virus ad RNA appartenenti al genere Enterovirus: il più delle volte si tratta del virus Coxsackie A16, più di rado di altri virus Coxsackie e dell’Enterovirus 71. Dal cavo orale, ove è penetrato, e dal lume intestinale, ove è arrivato, il virus raggiunge l’anello di Waldeyer [adenoidi, tonsille] e le placche di Peyer. In queste sedi linfatiche i virus si moltiplicano attivamente [replicazione primaria] disseminandosi per via linfo-ematica [viremia minore] nelle cellule del sistema dei monociti-macrofagi. La successiva moltiplicazione degli Enterovirus in queste cellule [replicazione secondaria] e la loro diffusione linfo-ematica [viremia maggiore] comporta la localizzazione finale del virus nella mucosa orale e nelle sedi acroposte della cute.

I primi segni della malattia compaiono dopo un periodo d’incubazione di 3-6 giorni e sono generici: un modesto rialzo febbrile accompagnato da scarso appetito, mal di gola e malessere generale. Dopo 1-2 giorni dall’inizio della febbre, che tuttavia non si presenta sempre, compaiono sulla lingua, sulle gengive, sul palato duro e sulla parte interna delle guance diverse macule eritematose, di piccole dimensioni, su cui rapidamente si sviluppano lesioni vescicolose, flaccide, di pochi millimetri di diametro; le vescicole, tuttavia, si osservano di rado in quanto modesti traumi le rompono con facilità dando origine a piccole erosioni ovali, grigiastre, circondate da un orletto eritematoso e dolorose tal punto da ostacolare l’alimentazione. In contemporanea, o più spesso, dopo 1-2 giorni, compaiono alle mani e ai piedi, soprattutto sul bordo palmo-plantare e sul dorso delle dita, diverse maculo-papule eritematose, di piccole dimensioni, che ben presto, al centro, sviluppano vescicole ovali, dure, di colore bianco-grigiastro, di 3-5 mm di diametro e con l’asse più lungo parallelo alle linee di tensione cutanea. Ripiene di liquido limpido e circondate da un alone eritematoso, queste vescicole sono più numerose alle mani, causano bruciore, ma non prurito, e si rompono con difficoltà. Talvolta l’eruzione si estende e interessa anche i glutei, i gomiti e le ginocchia. La risoluzione è spontanea e si verifica nel giro di una settimana o poco più.

La malattia mani-piedi-bocca può, invero raramente, presentarsi in una forma atipica. A tal riguardo sono note quattro forme che prendono rispettivamente il nome di malattia mani-piedi-bocca acrale, diffusa, purpurica ed eczema coxsakium. La forma acrale è la più frequente ed è caratterizzata da piccole e rotondeggianti vescicole, localizzate in aree inusuali [arti, glutei e viso], che possono evolvere in bolle; la forma diffusa si differenzia dalla precedente soltanto per il coinvolgimento del tronco; la forma purpurica si presenta con porpora palpabile espressione di una vasculite infettiva su base tossica; l’eczema coxsakium è una variante caratterizzata da vescicole impiantate su aree di eczema costituzionale.

Un attento esame clinico è quasi sempre sufficiente per una corretta diagnosi. Per i pochi casi difficili, invece, occorre l’aiuto del laboratorio e più in concreto bisogna ricercare il virus, gli anticorpi che lo contrastano ed eseguire una biopsia cutanea. Il virus va ricercato e identificato a livello faringeo, nelle feci e nel liquido vescicolare: la metodica migliore è quella che utilizza la PCR. Un’altra metodica d’isolamento è quella che si serve dei terreni cellulari. Siccome, però, la maggior parte dei virus Coxsackie di gruppo A [A16 compreso] non è in grado di moltiplicarsi nei terreni costituiti da cellule, la ricerca, in questo caso, va effettuata in contemporanea sia su monostrati di cellule che nel topino neonato. Nelle colture cellulari l’effetto citopatico appare in 5-14 giorni, mentre nei topini i segni della malattia si presentano in 3-8 giorni se si tratta di virus Coxsachie di gruppo A [il topino mostra una paralisi flaccida con lesioni ai muscoli scheletrici!] e in 5-14 giorni se si tratta di virus Coxsackie di gruppo B [il topino mostra una paralisi spastica con lesioni viscerali!]. L’identificazione sierotipica è la seconda fase del procedimento diagnostico. La positività degli anticorpi IgM anti virus Coxsackie specifici per il virus isolato conferma l’etiologia della malattia. L’esame istopatologico, previa biopsia cutanea, quelle rare volte che viene eseguito, mostra nell’epidermide una degenerazione balloniforme dei cheratinociti e nel derma un infiltrato cellulare misto, perivascolare.

La malattia mani-piedi-bocca, nella maggioranza dei casi, è benigna, risolve spontaneamente in 7-10 giorni e non lascia esiti. Talora, dopo 30-40 giorni, e ciò capita per lo più con le forme causate dal virus Coxsackie A6, si osserva la comparsa di linee di Beau o di onicomadesi, prima alle unghie delle mani e poi a quelle dei piedi. L’infezione contratta nel primo trimestre di gravidanza può portare ad un aborto spontaneo. La malattia lascia una immmunità permanente nei confronti del virus che l’ha causata e pertanto il paziente non dovrebbe riammalarsi; per il fatto, tuttavia, che la mani-piedi-bocca può essere causata da diversi virus, le recidive sono possibili.

La benignità e la breve durata rende quasi inutile praticare qualsiasi tipo di trattamento, fatti salvi i comuni sintomatici. Non esiste a tutt’oggi un vaccino efficace, ma gli studi per realizzarlo sono in corso.